CHIESA PARROCCHIALE SACRO CUORE DI GESÙ

La chiesa del Sacro Cuore di Gesù, realizzata nel 1945-46, propone forme essenziali intese ad inserirsi in un paesaggio rurale allora caratterizzato da ampi poderi di recente bonifica. Al corpo principale venne addossato in seguito il campaniletto (1958) ove si issarono le campane un paio d’anni dopo.

A nobilitare la facciata, nel timpano è collocata la  vetrata tripartita L’amore del Cuore di Cristo (2001) [fig. 1] opera della ditta Progetto Arte Poli di Verona su precisa indicazione iconografica del teologo don Giovanni Trabucco. Il Cuore si trova al centro della Croce, ed essendo il centro di tutti i cuori riempie di sé tutto lo spazio circostante. Si spiegano così anche l’alpha e l’omega, il principio e la fine, ma anche il colore celeste e quello rosso, che rappresentano l’acqua e il fuoco. Questi sono i due elementi solitamente utilizzati per designare lo Spirito Santo che, come l’acqua, raggiunge ogni cosa e, come il fuoco, non può essere toccato o afferrato da nessuno. (Per un approfondimento sulla devozione del Sacro Cuore si rinvia a G. Trabucco, La salvezza in uno sguardo. Riflessioni tra estetica, teologia e spiritualità, Aracne, Roma 2020).
La navata si conclude con il presbiterio nobilitato da un trittico di recente fattura (2007) [fig. 2] dell’artista jesolano Michele Bertin, con al centro La resurrezione. Nelle portelle si trovano due episodi tratti dai capitoli finali del Vangelo di Giovanni,  a sinistra Incredulità di San Tommaso Apostolo e a destra Apparizione di Cristo sul lago di Tiberiade. L’esterno delle portelle è adornato da La Crocifissione sovrastante L’ultima cena nella quale è inserito il tabernacolo.

Lungo le parete laterali della navata si trovano le stazioni della Via Crucis, [fig. 4] opera del padre francescano Ignazio Damini (1939-2013), per un lungo periodo presente a Ca’ Vio come collaboratore del parroco nelle liturgie festive. I 14 acquerelli su carta sono firmati e datati 1987.

Nella cappellina del fonte battesimale, ricavata sul lato sinistro della controfacciata, è conservata una tela con La Sacra Famiglia (1946), opera del pittore Attilio Carrer Battaglia (1912-2001), già nel presbiterio ad ornare l’altar maggiore, quadro anche noto come Riposo nella fuga in Egitto secondo il censimento dei beni culturali realizzato dalla Conferenza Episcopale Italiana.

FIG. 1

FIG. 2

FIG. 3

FIG. 4